Preceduto da un messaggio ai seimila della Piazza tra l'apocalittico ed il liceale, conferma il savoir-faire ma pure la presunzione facile dell'autore dei curiosi, più che veramente stimolanti KOYAANISQATSI e POWAQQATSI. Piani fissi di bambini che guardano la televisione sulla musica di Philip Glass: sui quali ci si sorprende a meditare su come l'asse possa essere il medesimo fra quello della cinepresa e quello dello schermo TV, osservato da loro. Brutto segno.